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Decadenza di B. una saga che vogliamo veder finire

La giunta per il regolamento del Senato ha detto si al voto palese per la decadenza di Silvio Berlusconi. La votazione ha avuto un esito tutt'altro che certo infatti è finita 7 a 6 grazie al voto decisivo di Linda Lanizllotta di Scelta Civica. Tra i contrari troviamo ovviamente Pdl, Lega, Gal e Autonomie-Psi mentr favorevoli al voto palese si sono espressi Pd, M5S, Sel e Sc.
 

Ora si apre un nuovo scenario che potrebbe cambiare le sorti di questo nostro paese già dal prossimo 5 novembre quando si andrà in senato a votare la decadenza dell'ex Primo Ministro Silvio Berlusconi.
Ovviamente è scoppiata subito la polemica ed ad aprire le danze troviamo un piccato tweet di Renato Brunetta, uomo sempre più chiave della politica del centro destra.


Dall'altro lato dell'emiciclo (metaforicamente) gli risponde Luigi Zanda che si dichiara soddisfatto dell'esito della votazione "la decisione della giunta è stata corretta, non c'è stata nessuna interpretazione nè modifica del regolamento".
Da twitter le reazioni più interessanti ricordano l'unico precedente di voto palese che risale al periodo del fascismo, accumunando quindi la persecuzione alla quale è sottoposto Silvio Berlusconi a quella a cui vennero sottoposti i dissidenti politici, gli ebrei, gli zingari e gli omosessuali sotto il regime di Benito Mussolini.

Ovviamente non mi sembra un paragone che possa reggere. Silvio Berlusconi è stato condannato ed ora deve affrontare l'iter che il regolamento del Senato prevede e dato che sono stati rispettati regolamenti e procedure, scritte in tempi non sospetti, non vedo come si possa parlare di 'persecuzione ad personam'.
Ora Silvio si gioca la carta del ricatto istituzionale minacciando la fiducia al governo in caso di una sua decadenza.
Tale minaccia tuttavia non è presa sul serio dal Primo Ministro Letta (Pd) che confida nella larga maggioranza confermata il 2 ottobre, grazie ad un improvviso cambio di rotta proprio di Berlusconi.
Poi mi sembra improbabile che B. possa voler far cadere il governo dato che alle prossime elezioni non potrà essere eletto, quindi sarebbe un specie di 'suicidio politico' che il leader della ri-nata Forza Italia farebbe.
Non sarebbe assolutamente presa bene dagli elettori infatti la caduta del governo con la conseguente instabilità che ne seguirebbe, la successiva campagna elettorale snervante e sopratutto le elezioni che hanno un costo che faremmo molto volentieri a meno di sostenere.

Uno scenario quindi tutto in evoluzione che vede trincerarsi dietro posizioni a tratti indifendibili i due schieramenti, quello pro Silvio e chi lo vuole fuori dal Parlamento.
Una saga, questa, che certo ci ha appassionato a lungo ma che ora sempre più persone vogliono veder finire.

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