Svolta storica per la Danimarca che apre la strada ad una possibile rivoluzione energetica in tutta Europa.
Dal primo gennaio è entrata in vigore una norma (il primo caso al mondo) che vieta l'installazione nelle case di sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili e impone che dal 2016 in Danimarca tutti gli impianti di riscaldamento inquinati dovranno essere spenti e sostituiti da omologhi più ecologici. Per incentivare la riconversione delle caldaie il governo ha stanziato circa 6 milioni di euro per un investimento, fanno sapere, a lungo termine.
Queta norma è la prima del suo genere ad essere approvata nel mondo ed è stata votata da quasi tutto il parlamento danese. Su proposta dei partiti di sinistra che compongono il governo, la legge è stata approvata con 171 voti su 179.
Il paese nordico è all'avanguardia per quanto riguarda le politiche energetiche ecocompatibili ed ecosostenibili e il governo non vuole fermarsi e guardare. Infatti già al 2020 punta ha raggiungere l'obbiettivo del 35% di consumo di fonti rinnovabili per il riscaldamento per arrivare al 2050 al 100%.
I punti di forza del governo danese sono l'uso delle biomasse, l'eolico e il biogas coniugate con un costante miglioramento dell'efficenza energetica tramite il miglioramento delle linee e il teleriscaldamento ora presente nel 60% delle case.
Numeri inimmaginabili nel nostro paese che ancora pensa a rigassificatori e condotte di migliaia di kilometri. In Italia il teleriscaldamento è realtà per pochissime abitazioni, sopratutto del nord e fonti come biomasse e biogas sono quasi assenti.
Tuttavia la strada intrapresa dal governo danese dovrebbe porci degli stimoli per intraprendere la strada del rinnovamento energetico e il definitivo affrancamento dai combustibili fossili altamente inquinanti e causa di enormi tensioni geopolitiche quando non di veri e propri conflitti.
Dal primo gennaio è entrata in vigore una norma (il primo caso al mondo) che vieta l'installazione nelle case di sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili e impone che dal 2016 in Danimarca tutti gli impianti di riscaldamento inquinati dovranno essere spenti e sostituiti da omologhi più ecologici. Per incentivare la riconversione delle caldaie il governo ha stanziato circa 6 milioni di euro per un investimento, fanno sapere, a lungo termine.
Queta norma è la prima del suo genere ad essere approvata nel mondo ed è stata votata da quasi tutto il parlamento danese. Su proposta dei partiti di sinistra che compongono il governo, la legge è stata approvata con 171 voti su 179.
Il paese nordico è all'avanguardia per quanto riguarda le politiche energetiche ecocompatibili ed ecosostenibili e il governo non vuole fermarsi e guardare. Infatti già al 2020 punta ha raggiungere l'obbiettivo del 35% di consumo di fonti rinnovabili per il riscaldamento per arrivare al 2050 al 100%.
I punti di forza del governo danese sono l'uso delle biomasse, l'eolico e il biogas coniugate con un costante miglioramento dell'efficenza energetica tramite il miglioramento delle linee e il teleriscaldamento ora presente nel 60% delle case.
Numeri inimmaginabili nel nostro paese che ancora pensa a rigassificatori e condotte di migliaia di kilometri. In Italia il teleriscaldamento è realtà per pochissime abitazioni, sopratutto del nord e fonti come biomasse e biogas sono quasi assenti.
Tuttavia la strada intrapresa dal governo danese dovrebbe porci degli stimoli per intraprendere la strada del rinnovamento energetico e il definitivo affrancamento dai combustibili fossili altamente inquinanti e causa di enormi tensioni geopolitiche quando non di veri e propri conflitti.
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