Per una volta l'Italia domina una classifica europea ma purtroppo non c'è da rallegrarsi.
I dati che stiamo per elencare sono assolutamente allarmanti e meritano una seria riflessione da parte di tutti, riflessione che deve portare ad un cambiamenteo dei nostri stili di vita e ad una pressione affinchè vengano prese delle decisioni a livello governativo che affrontino di petto, definitivamente, questo problema.
Si stima che oltre il 90% degli europei viva in città dove il limite di polveri sottili è oltre il livello di guardia e che il 98% viva in zone dove i livelli di ozono sono oltre i limiti stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La classifica in questione riguarda le città Ue più inqunate e tra le prime 30 ne troviamo 23 italiane.
A guidare la classifica è Padova, città capoluogo del veneto che con le sue 104 giornate/annue nel 2011 di sforamento si aggiudica la maglia nera.
Seguono a ruota Pavia, Reggio Emilia, Treviso, Parma, Verona e Varese.
Nord Italia dunque e Sud della Francia, stando a quanto ha stabilito l'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea) che tra le altre cose redige annualmente un rapporto sulla qualità dell'aria nel vecchio continente.
Ad essere monitorato è in particolare l'ozono troposferico che si forma in seguito alla combustione di combustibili fossili (per il trasporto stradale, riscaldamento, raffinerie), per colpa dei gas emessi dalle discariche, dall'allevamento del bestiame e dagli incendi estivi.
Oltre per il troppo ozono troposferico l'Italia si distingue per una presenza di polveri sottili (Pm10) e ultrasottili (Pm2,5) decisamente oltre la media europea e sopra i limiti di allarme.
A guidare la classifica delle città italiane questa volta troviamo Monza che con i suoi 121 giorni di sforamento si piazza al 12° posto, al 13° troviamo Brescia con 113 giorni, Cremona con 109, Vicenza 107, Torino 105 e Padova 93, chiude la mesta presenza in questa ben poco lusinghiera, anzi tossica e nociva classifica Venezia con 85 giorni passati oltre il limite.
I dati sono decisamente allarmanti: nella sola Unione Europea si stima che ci siano stati oltre 400 mila decessi per cause legati all'inquinamento dell'aria, per capirsi circa 10 volte i morti causati da incidenti stradali.
Il costo in vite umane è enorme ma lo è anche per l'economia, infatti si stima che siano 100 milioni le giornate perse all'anno per inquinamento e 15 miliardi di Euro persi per scarsa produttività ai quali vanno sommati gli oltre 4 miliardi di spese sanitarie.
Dicevamo: cambiare il nostro stile di vita, cercare di mettere in atto quelle piccole accortezze che ci consentono di risparmiare e inquinare di meno.
Il primo responsabile dell'inquinamento è il traffico sul quale possiamo agire direttamente, usando di più i mezzi pubblici, il car sharing, la bici o andando a piedi, segue l'industria che possiamo condizionare attraverso scelte consapevoli nel momento dell'aquisto dei prodotti, scegliendo quelli a km0 e con meno imballaggi o con gli imballaggi più ecocompatibili, segue l'allevamento e chiudono le abitazioni sopratutto con il riscaldamento invernale che possiamo tenere di un paio di gradi più basso, non restando in mezze maniche in casa in pieno inverno e mettendo un maglione, una piccola cosa che farà bene all'ambiente ma sopratutto al tuo portafoglio!
I dati che stiamo per elencare sono assolutamente allarmanti e meritano una seria riflessione da parte di tutti, riflessione che deve portare ad un cambiamenteo dei nostri stili di vita e ad una pressione affinchè vengano prese delle decisioni a livello governativo che affrontino di petto, definitivamente, questo problema.
Si stima che oltre il 90% degli europei viva in città dove il limite di polveri sottili è oltre il livello di guardia e che il 98% viva in zone dove i livelli di ozono sono oltre i limiti stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La classifica in questione riguarda le città Ue più inqunate e tra le prime 30 ne troviamo 23 italiane.
A guidare la classifica è Padova, città capoluogo del veneto che con le sue 104 giornate/annue nel 2011 di sforamento si aggiudica la maglia nera.
Seguono a ruota Pavia, Reggio Emilia, Treviso, Parma, Verona e Varese.
Nord Italia dunque e Sud della Francia, stando a quanto ha stabilito l'Agenzia Europea dell'Ambiente (Aea) che tra le altre cose redige annualmente un rapporto sulla qualità dell'aria nel vecchio continente.
Ad essere monitorato è in particolare l'ozono troposferico che si forma in seguito alla combustione di combustibili fossili (per il trasporto stradale, riscaldamento, raffinerie), per colpa dei gas emessi dalle discariche, dall'allevamento del bestiame e dagli incendi estivi.
Oltre per il troppo ozono troposferico l'Italia si distingue per una presenza di polveri sottili (Pm10) e ultrasottili (Pm2,5) decisamente oltre la media europea e sopra i limiti di allarme.
A guidare la classifica delle città italiane questa volta troviamo Monza che con i suoi 121 giorni di sforamento si piazza al 12° posto, al 13° troviamo Brescia con 113 giorni, Cremona con 109, Vicenza 107, Torino 105 e Padova 93, chiude la mesta presenza in questa ben poco lusinghiera, anzi tossica e nociva classifica Venezia con 85 giorni passati oltre il limite.
I dati sono decisamente allarmanti: nella sola Unione Europea si stima che ci siano stati oltre 400 mila decessi per cause legati all'inquinamento dell'aria, per capirsi circa 10 volte i morti causati da incidenti stradali.
Il costo in vite umane è enorme ma lo è anche per l'economia, infatti si stima che siano 100 milioni le giornate perse all'anno per inquinamento e 15 miliardi di Euro persi per scarsa produttività ai quali vanno sommati gli oltre 4 miliardi di spese sanitarie.
Dicevamo: cambiare il nostro stile di vita, cercare di mettere in atto quelle piccole accortezze che ci consentono di risparmiare e inquinare di meno.
Il primo responsabile dell'inquinamento è il traffico sul quale possiamo agire direttamente, usando di più i mezzi pubblici, il car sharing, la bici o andando a piedi, segue l'industria che possiamo condizionare attraverso scelte consapevoli nel momento dell'aquisto dei prodotti, scegliendo quelli a km0 e con meno imballaggi o con gli imballaggi più ecocompatibili, segue l'allevamento e chiudono le abitazioni sopratutto con il riscaldamento invernale che possiamo tenere di un paio di gradi più basso, non restando in mezze maniche in casa in pieno inverno e mettendo un maglione, una piccola cosa che farà bene all'ambiente ma sopratutto al tuo portafoglio!
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