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The ocean cleanup: l'invenzione che potrebbe pulire i mari dalla plastica

È ancora un progetto in fase di studio di fattibilità ma potrebbe essere una buona invenzione per rimuovere tonnellate di plastica dagli oceani ogni anno.
Il progetto si chiama Ocean Array Cleanup e si ipotizza che sia in grado di raccogliere 7.250.000 tonnellate di rifiuti in soli 5 anni e se mai partirà sarà in grado di dare una risposta importante al problema dell'inquinamento marittimo.

Tutti noi siamo ovviamente estremamente convinti dell'importanza di un minor utilizzo di plastica, di imballaggi, di contenitori inutili e pure consapevoli di quanto ancora debba crescere la raccolta differenziata nelle nostre città e quanta sensibilità al riutilizzo e al non spreco manchi ancora tra la gente.

L'idea di cui parliamo oggi parte da un problema enorme:

 Milioni di tonnellate di rifiuti di plastica sono finiti nei nostri mari e oceani inquinandoli per sempre.
La plastica raggiunge gli oceani per lo più dai fiumi e corsi d'acqua e poi si accumula in 5 aree di alta concentrazione, chiamate spirali.
La plastica non solo uccide direttamente centinaia-migliaia o addirittura milioni di animali acquatici ogni anno, inoltre le incrostazioni che si formano su queste enormi masse, isole galleggianti di plastica provocano il diffondersi di alghe dannose e facilitano l'accumolo di inquinanti (tra cui PCB e DDT) che poi finiscono nella catena alimentare.
La plastica è un problema oltre che ambientale, sopratutto economico sia per i governi che per i privati. Infatti a causa sua si perdono ogni anno milioni di dollari per mancato turismo e danni alle imbarcazioni.

L'idea è quindi questa enorme piattaforma che con lunghi bracci sfrutta il fatto che la plastica galleggia e si muove con le onde. L'enorme attrezzo che vedete nel rendering sfrutta le onde che convogliano la plastica lungo i due lunghi bracci inclinati verso il corpo centrale che filtra l'acqua separando la plastica dai pesci e dal plancton e raccoglie la plastica (in quell'enorme cassone che vedete) per poi essere riciclata.

Altre info? Ecco il sito del progetto (dal quale abbiamo preso le immagini)

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